In occasione della XXIV° edizione del Convegno Tradizionalista della Fedelissima Città di Gaeta, il cantautore Eugenio Bennato era presente alla cerimonia di commemorazione per i caduti del Regno delle Due Sicilie, svoltasi il 16 Ottobre 2016 presso il Santuario della Santissima Trinità alla Montagna Spaccata di Gaeta. Uno luogo suggestivo, immerso nella natura e pregnante di eventi storici che, pur se lontani nel tempo, sono ancora oggi attualissimi grazie ai sempre più numerosi lavori di Revisionismo storico. Gaeta fu infatti l’ultima roccaforte borbonica a cadere durante il Risorgimento, e proprio qui – nel 1860 – tantissimi giovani soldati meridionali persero la vita durante l’assedio alla fortezza. Numerosi i partecipanti alla commemorazione, ed è proprio prima del suo inizio che io ed Eugenio abbiamo scambiato quattro chiacchiere sulla sua musica.
Ivan Guidone: «Eugenio, proprio nei giorni scorsi ho acquistato il DVD del live “Briganti Emigranti” che devo ammettere mi mancava proprio. Mi ha colpito molto il fatto che fosse una risposta alternativa al centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, una visione diversa da quella dei “vincitori”.»
Eugenio Bennato: «Oh sì, quel DVD risale al 2010 e fu uno spettacolo molto interessante, grazie anche alla presenza di Pietra Montecorvino.»
Definire Pietra Montecorvino una delle voci femminili più autentiche e viscerali di tutto il Sud Italia potrebbe essere forse persino un po’ riduttivo, ma mentre mi preparavo alla domanda seguente, mi è stato impossibile non pensare allo storico, nonché ironico, debutto della grande Montecorvino nel film di Renzo Arbore “F.F.S.S. Federico Fellini Sud Story. Cioè che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?”, nel quale interpretava la talentuosa Lucia Canaria, «chella che tene n’ugola tanta!» Un sorriso a “64 denti” stava per “esplodermi” in pieno viso a mo’ di granata, ma ho dovuto trattenermi con tutta la forza per non apparire irrispettoso e continuare la “chiacchierata”...
Ivan Guidone: «Eugenio, volevo chiederti inoltre se il titolo dell’album “Taranta Power”, e dell’omonimo genere musicale da te fondato, sia per certi versi una “risposta” provocatoria al genere americano “Flower Power” degli Anni Sessanta»
Eugenio Bennato: «Non esattamente. All’epoca della registrazione dell’album [NdR: 1998], mi trovavo infatti proprio a New York e cercavo un titolo d’effetto, accattivante, che includesse la parola “tarantella” ma che allo stesso tempo avesse un tocco più internazionale, da qui la scelta del titolo “Taranta Power”.»
Ivan Guidone: «Quindi “Taranta Power” inteso proprio nel senso letterale del termine?»
Eugenio Bennato: «Sì, esattamente. “Taranta Power” inteso come potere della Taranta, cioè della tarantella rituale e dell’energia [NdR: coreo-musicale] che riesce a sprigionare… »
Purtroppo la “chiacchierata” si è poi dovuta interrompere, la cerimonia di commemorazione richiedeva tutta la nostra attenzione e partecipazione. Alla sua conclusione, viene chiesto a sorpresa al grande musicista napoletano di esibirsi dal vivo: pochi attimi di esitazione ed il grande Eugenio inforca la sua chitarra acustica per eseguire “Ninco Nanco”, brano dedicato al celebre brigante aviglianese e – guarda caso – contenuto proprio nel succitato DVD “Briganti Emigranti”.

La presenza del cantautore e polistrumentista napoletano all’evento di Gaeta non era né casuale e né formale: sono lustri infatti che il nome di Eugenio Bennato è legato al tema del brigantaggio come “resistenza” ed al concetto di musica etnica del Sud Italia come riscoperta e rielaborazione della tarantella. A tal uopo, va ricordato lo storico album “Brigante se more” del 1980, vero e proprio studio sul brigantaggio meridionale, e “Taranta Power” del 1999, album-progetto per il recupero delle proprie radici come strumento di contrapposizione culturale all’appiattimento identitario voluto dal pensiero unico.

Contro questo pensiero unico che mira all’eliminazione delle specificità delle lingue e dei dialetti di ogni paese e regione, Eugenio Bennato si pone come cantastorie controcorrente, brigante moderno alla ricerca di sé stesso attraverso il recupero delle sue radici e della sua storia.
Ivan Guidone