La Tensione dell'Allenatore

La Tensione dell'Allenatore

Pep Guardiola, il pluridecorato allenatore del Manchester City, nella conferenza stampa prima della partita con il Burnley ha ventilato un suo possibile ritiro, dichiarando che sente vicino questo momento dopo la scadenza del contratto in essere coi Citizens. Il massimo esponente del calcio tiki-taka, vincitore di 5 campionati nazionali tra Spagna Germania e di due Champions League, con le sue parole ha posto nuovamente all’attenzione il tema dellostress degli sportivi, che riguarda non solo i giocatori ma anche e direi soprattutto chi li allena e gestisce.

Mentre per i calciatori, infatti, il successo e l’insuccesso sono ottenuti insieme alla squadra, per l’allenatore risultati positivi o fallimenti sono strettamente personali, in quanto determinati dalle sue scelte giuste o sbagliate, dalla preparazione tecnico-tattica alla partita che sarà giudicata adeguata o errata spesso solo in virtù del risultato, e finanche dalla sua capacità di motivare adeguatamente i propri uomini.

L’insieme di tutti questi elementi, unito alla necessità di saper interagire dialetticamente con i media – per non parlare degli esorbitanti interessi economici che ruotano intorno al calcio – fa sì che sugli allenatori oggi gravino enormi pressioni; pressioni che non li risparmiano da tensioni e stress solo perché ricoperti anch’essi da fiumi di denaro.

Quando poi l’allenatore in questione è Pep Guardiola, uno dei migliori al mondo – per alcuni il migliore in assoluto – ecco che il tema suscita scalpore, dimenticando che si tratta pur sempre di uomini. Inoltre va ricordato che Guardiola oggi, come l'ex allenatore italiano Arrigo Sacchinel Milan, ha sempre cercato i risultati attraverso una filosofia “propositiva” del gioco e non speculare all’avversario, e questa esasperata ricerca di un calcio offensivo, se vissuta come una “missione” da perseguire, può svuotare le energie di chi si adopera per questo scopo.


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